Cosa significa grafomotricita’?

Attraverso la traccia, il disegno, la costruzione il bambino parla di se’

Qualsiasi traccia, disegno, costruzione, produzione concreta effettuata da un bambino derivano da un suo bisogno di esprimersi qualora non riesca a farlo con il linguaggio verbale o qualora intenda tradurre uno stato emotivo particolare.

Il bambino che lascia traccia intende testimoniare molte cose di sé:

  • io sono: uno stato
  • io sento, io vivo: un sentimento
  • io comunico: una relazione
  • io desidero: un bisogno
  • io penso: un’idea
  • io voglio: un’intenzionalità, una progettualità.

La lettura delle produzioni del bambino dal disegno alle costruzioni, alle forme plastiche non può limitarsi soltanto all’aspetto superficiale ossia all’aspetto formale – come si fa? – ma va guardata anche nell’aspetto profondo ossia nei suoi diversi significati affettivi – cosa vuol dire? –

La comprensione di qualsiasi produzione del bimbo per avvicinarsi sempre più al vero significato che il bimbo attribuisce ad esse deve portarci a porci tre domande che corrispondono ai tre livelli della vita psichica infantile:

  • cosa vedo
  • cosa sento
  • cosa immagino

il gesto grafico è traccia della propria identità, traccia cioè di sensazioni, emozioni e rappresentazioni sia primarie che secondarie.

La grafomotricità detta anche motricità grafica può essere definita come la tendenza e capacità spontanea a lasciare delle tracce su un foglio; cioè è la presenza e l’uso di movimenti fisiologici di base, innati, regolati dal tono, che lasciano sul foglio delle tracce come effettiva proiezione delle competenze motorie di colui che le realizza.

Negli scarabocchi, cioè è possibile individuare la presenza o meno di tutti i movimenti del braccio, della mano e delle dita, compresa la dominanza laterale: traslazione, rotazione, flessione, adduzione. (Boscaini, 1995-2008)

Queste prime tracce sono costituite da punti e linee. I punti corrispondono alla motricità impulsiva e riflessa, al movimento potenzialmente orientato e connesso al piacere-frustrazione, alla tensione-scarica, all’ impulso tonico emozionale. (Boscaini, 1995-2008)

Al contrario, la linea pone in evidenza la motricità volontaria, orientata e guidata da una corretta coordinazione oculo-manuale nello spazio.

La grafomotricità corrisponde al corpo e allo spazio vissuto, dove il bambino passa dal “corpo subito” alla libertà motoria, dal movimento passivo a quello attivo, dove l’energia tonica si trasforma in motricità e sperimentazione, dove il movimento diventa prima conoscenza. Dal punto di vista psicomotorio, se l’impulso tonico, che determina il punto è piuttosto segno della dipendenza e della non separazione del corpo dallo spazio esterno e dall’ oggetto, l’impulso tonico-motorio, permettendo al braccio di spaziare sul foglio creando linee, è indicativo dell’autonomia. (Boscaini, 1995-2008)

Nel periodo della grafomotricità, dai 13-14 mesi ai tre anni circa, i movimenti si organizzano quasi spontaneamente con la sperimentazione e non richiedono necessariamente il controllo visivo e cognitivo. In effetti, in essi sono presenti fattori motori ed emotivo-relazionali, ma non cognitivi e il tutto evolve in modo automatico.

Per questo i bambini fanno volentieri le esperienze grafomotorie, vivendole come semplice espressione di sé, come un gioco, senza alcuna preoccupazione didattica e di giudizio.

Tajan A. definisce la grafomotricità come la “Psicomotricità applicata all’atto dello scrivere” (1982). La grafomotricità è una funzione che permette di tracciare un messaggio di qualsiasi tipo in uno spazio determinato grazie ai movimenti combinati del braccio e della mano in stretta connessione con la globalità del corpo, primo luogo di espressione della vita emotiva, cognitiva e di relazione: si trovano qui implicati nello stesso momento elementi motori, spazio-temporali e visuo-cinestetici, oltre alla componente affettivo-cognitiva, tutti elementi proprio della psicomotricità.

(Franco Boscaini, 2008), (Cristina Delaini, 2018)

Boscaini, F. (2008). Psicomotricità e grafismo. Cosenza: A.I.S.I.S.

Boscaini, F., Gobbi, G., Malesani G. (2001). Il corpo tonico emozionale, la conoscenza come desiderio. Verona: Edizione ReS – A.I.F.

.Delaini C. (2018). Dalla grafomotricità alla scrittura. Verona: Ciserpp Srl.

Rielaborazione di Carli Martina psicomotricista.


Torna al Blog

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *