Disprassia verbale, che cos’è?

La disprassia verbale evolutiva è un disturbo del linguaggio caratterizzato dalla difficoltà nel programmare e successivamente realizzare i movimenti articolatori necessari alla produzione di suoni, sillabe e parole in modo sequenziale.

È possibile identificare tre tipologie di disprassia verbale:

 •  disprassia  verbale  idiopatica : esclude  alterazioni  a carico  del  SNC , neuromuscolari  e  sensoriali  o   

     legate  ad aspetti cognitivo-relazionali;

•  disprassia  verbale  in  individui  con  disturbi neurologici irreversibili;

 •  disprassia  verbale  come sintomo all’interno di alterazioni del neurosviluppo.

 La  disprassia  verbale può essere più o meno grave  ed è talvolta associata ad ipersensibilità sensoriale, tattile,  visiva  e  uditiva.

Come riconoscerla?

Il bambino affetto da disprassia verbale può essere in grado di produrre correttamente suoni isolati, ma procede per tentativi ed errori quando li accosta per realizzare una parola. Questa peculiarità può essere associata anche un deficit della prosodia: la produzione appare monotona, lenta e scandita, si evidenziano, inoltre, spostamenti di accenti nelle parole.

È importante effettuare una diagnosi differenziale accurata al fine di escludere altri disordini linguistici.

Il  trattamento logopedico nei soggetti disprassici è differente da quello che si predispone nei casi di ritardo/disturbo del linguaggio, disturbo fonologico o dislalie. Il focus è, infatti, il miglioramento e potenziamento della programmazione motoria: il bambino sa ciò che vuole dire, ma non è in grado di associare in modo sequenziale i movimenti necessari all’articolazione della parola target.

A quale figura rivolgersi?

Il Neuropsichiatra Infantile è il professionista che diagnostica la presenza del disturbo. Ad esso, si affiancano le figure del Logopedista e dello Psicomotricista le quali sono coinvolte nel processo di diagnosi.

Quale intervento si mette in atto?

A seguito della diagnosi di disprassia verbale, è di fondamentale importanza la presa in carico da parte del Logopedista  il quale, attraverso l’utilizzo di prove testistiche, valuta dapprima il bambino e successivamente stila il piano terapeutico finalizzato allo sviluppo delle abilità apparse deficitarie. Il trattamento prevede sedute a cadenza preferibilmente bisettimanale e un costante supporto da parte del genitore a casa, il quale favorirà la generalizzazione di ciò che il bambino ha appreso nel corso delle sedute.

(Disprassia verbale – Istruzioni d’uso per i pediatri, Fli Emilia-Romagna, 2016)

Rielaborazione da Dott.ssa Martina Ridolfi Logopedista


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