Mangiare non è solo una necessità biologica: è un’esperienza multisensoriale che coinvolge la vista, l’olfatto, il gusto, il tatto, l’udito e la propriocezione. Ogni pasto attiva una rete integrata di risposte sensoriali e motorie, coordinata dal sistema nervoso centrale. Per molti bambini, questo processo avviene senza difficoltà. Tuttavia, per altri — in particolare per quelli nello spettro autistico o con Disturbi dell’Alimentazione Pediatrica (DAP) — i pasti possono trasformarsi in un momento di disagio, ansia e rifiuto.

Il sistema sensoriale elabora continuamente segnali provenienti dall’ambiente. Quando questa elaborazione è alterata, può interferire significativamente con la volontà o la capacità del bambino di alimentarsi. Alcuni bambini, ad esempio, sperimentano una risposta eccessiva (iper-reattività) agli stimoli, mentre altri hanno una risposta attenuata (ipo-reattività). Entrambe le condizioni possono portare a difficoltà durante i pasti.
Iper-risposta
I bambini con ipersensibilità sensoriale possono manifestare:
- Vomito o conati in risposta a certi sapori
- Disagio fisico per consistenze croccanti o odori forti
- Reazioni visive o tattili intense (evitano il contatto visivo, puliscono continuamente le mani, spalancano la bocca per evitare il contatto con il cibo)
Ipo-risposta
Al contrario, i bambini ipo-reattivi:
- Possono non percepire correttamente fame o sazietà
- Tengono il cibo in bocca senza deglutire
- Ingeriscono porzioni troppo grandi o mal masticate
- Mostrano indifferenza a odori o sapori molto intensi
Queste risposte possono causare una ridotta varietà e quantità di cibo assunto, generando malnutrizione, isolamento sociale e ansia nei contesti legati all’alimentazione.
Modulazione Sensoriale e Contesto Ambientale
Secondo Twachtman-Reilly, Amaral e Zebrowski (2008), i disturbi dell’alimentazione nei bambini con autismo spesso derivano da difficoltà nella modulazione sensoriale. Ciò significa che il sistema nervoso non riesce a regolare correttamente le risposte agli stimoli, generando:
- Sovraccarico sensoriale in ambienti caotici (es. mensa scolastica, ristorante)
- Distrazione e iperattività durante i pasti
- Disregolazione emotiva legata al momento del pasto
È fondamentale riconoscere che non si tratta solo di una difficoltà “in bocca” o di un problema comportamentale isolato. L’alimentazione coinvolge una rete complessa di processi senso-orali-
Il logopedista ha un ruolo chiave nella gestione dei disturbi alimentari legati alla sensibilità sensoriale. Il trattamento non si concentra solo sulla funzione orale, ma include:
- Valutazione sensoriale globale (ipo/iper risposta)
- Lavoro interdisciplinare con terapisti occupazionali e neuropsicomotricisti
- Approccio graduale alla tolleranza di nuove consistenze, sapori e ambienti
Obiettivo finale: creare un’esperienza alimentare sicura, prevedibile e regolata, riducendo la reattività e aumentando la disponibilità del bambino verso il cibo.
Non possiamo etichettare questi comportamenti come semplici “capricci” o problemi comportamentali. Una corretta comprensione del ruolo del sistema sensoriale, unita a un approccio terapeutico personalizzato e multidisciplinare, può fare la differenza nel percorso alimentare del bambino.
Lavorare con consapevolezza, empatia e competenze integrate è fondamentale per promuovere un’esperienza alimentare positiva, sia a casa che nei contesti scolastici o clinici
Dott.ssa Sara Bressan