Di Sara Piccoli

L’arte terapia è una pratica terapeutica che sfrutta l’espressione artistica per migliorare il benessere emotivo e psicologico.
L’uso di materiali plastici come argilla, plastilina e resine ha offerto nuovi strumenti per stimolare la creatività e il benessere nei bambini e negli adolescenti.
Questi materiali non solo arricchiscono le possibilità espressive, ma hanno anche un impatto significativo sulla gestione e sull’esplorazione delle emozioni.
Bambini e bambine sperimentano attraverso un canale legittimo che noi adulti autorizziamo e non colpevolizziamo (le esperienze manipolative) le loro tensioni interne, facendo a pezzi e distruggendo il materiale per ricomporlo, rimpastarlo, farlo tornare alla sua forma originale in un momento successivo.
Dal punto di vista simbolico, il distruggere e ricostruire consente a bambine e bambini di leggere la possibilità di rimediare ai danni e osservare che la loro aggressività non è del tutto distruttiva.
Recuperare diventa qualcosa di possibile e li aiuta a padroneggiare meglio le loro istanze interiori, anche quelle connesse all’aggressività o iperattività.
In questi momenti bambini e bambine sperimentano la possibilità di sentirsi agenti nel mondo e sul mondo secondo la loro intenzionalità, attraverso il loro corpo, in particolare grazie all’uso delle mani.
All’interno di questo articolo, per specificare ancor di più questi materiali e le loro potenzialità, ho deciso di raccontare la storia di Arancio, un bambino di circa 3 anni.
Arancio è un bambino della scuola dell’infanzia, piuttosto agitato, non sta mai fermo, “salta di qua e di là”, e fatica a concentrarsi, a prestare attenzione per più di qualche minuto.
Non ama per niente disegnare, non l’ha mai fatto.
Arancio è sempre sorridente, parla tanto bene, si potrebbe scambiare per un bambin* più grande della sua effettiva età.
Arancio arriva in studio da me, lo saluto, entra in stanza e proseguendo dritto verso il tavolo dei materiali, mi guarda e dice ” a me disegnare non piace per niente”.
Tra me e me penso “perfetto…e ora che faccio?”
Arancio ama leggere albi illustrati, s’immerge così tanto nelle storie e nei racconti che non solo rimane lì fermo, ma in completa attenzione.
Chiedo ad Arancio se vuole creare anche lui un suo albo illustrato. Mi guarda perplesso e mi dice “non sono capace”.
Lo incito. Gli prometto che lo aiuterò ogni volta che vorrà. “Forse l’ho convinto”, mi dico tra me e me.
Arancio mi guarda “va bene. Ma non voglio disegnare”. Ci risiamo…
Lolascioliberodiesplorarelastanza,diimmergersi,prendere confidenza.
Arancio porta sul tavolo del didó.
“Usiamo questo!” mi urla sorridendo.
Il Didò è la pasta modellante, tipo, plastilina, prodotta dalla Fila. Nato nel 1986, è diventato il materiale da modellare più conosciuto e diffuso.
Ogni suo gesto, pressione, movimento, iniziano a diventare per Arancio come una ninna nanna. Ne viene cullato, si rilassa, si calma.
Arancio, grazia a questo materiale plastico, sta iniziando ad esprimersi.
La manipolazione di questo materiale sta fornendo ad Arancio un canale non verbale capace non solo di raccontare ma di autoregolazione emotiva.
Durante i primi anni di vita, i bambini esplorano il mondo attraverso i sensi e il movimento. La manipolazione dei materiali plastici (impastare, schiacciare,…) fanno sì che i bambini possa sviluppare la loro motricità fine e la coordinazione mano-occhio e la libera esplorazione stimola la creatività e la concentrazione.
Arancio adesso in studio rimane seduto a lavorare per 45 minuti, quando l’ho conosciuto rimaneva concentrato non più di 5 minuti.
Arancio adesso, quando inizia ad agitarsi prende del didó e lo impasta tra le mani.
Arancio ha rappresentato il suo albo illustrato.
Arancio adesso persino disegna, e quando lo fa, sorride.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA:
- PercorsiFormativi06,Leesperienzemanipolative:giochi importanti, 2024;
- Silverman, P., Art Therapy whit Children: A Case Study Approach, Londra, Routledge, 2009.
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